Sarà quindi Giorgio Valli a prendere il posto di Garelli sulla panchina Unieuro, per tentare una rincorsa salvezza che nelle prossime giornate (3 trasferte su 4) potrebbe complicarsi ulteriormente. Valli avrà il non facile compito di rivitalizzare e ricompattare il gruppo, infondere una fiducia nei propri mezzi che, escludendo le prestazioni di Mantova e Chieti, sembra un lontano ricordo. Dovrà ridare soprattutto qualche certezza offensiva, attraverso un’organizzazione che consenta di affrontare le fasi di difficoltà nella costruzione del gioco senza sprofondare nel caos visto in così tante occasioni.
Gigi Garelli lascia la panchina con un record negativo che è frutto di errori di valutazione estivi e di una serie interminabile di infortuni, i più gravi dei quali occorsi proprio a quelli che dovevano essere i cardini offensivi della PF. Una sola vittoria su undici gare, due mesi horror che hanno reso quasi obbligata la sua sostituzione, nella speranza di dare una sferzata all’ambiente: i margini d’errore sono ridotti all’osso e per salvarsi occorrerà sbucciarsi le ginocchia ad ogni singolo possesso. Due mesi da incubo che però non cancellano i meriti di chi ha rilanciato insieme a Rossi il basket forlivese, creando dal nulla un progetto che in un solo anno ha riportato la città in A2 e 3000 persone al palazzo.
La scelta di mettere sotto contratto un coach di elevata preparazione tecnica come Valli anche per la prossima stagione – a prescindere dalla categoria – rimarca la ferma volontà dei soci di continuare a guardare verso l’alto, non solo sul piano strettamente sportivo ma con ogni probabilità anche su quello organizzativo.
Modenese di nascita ma bolognese d’adozione, dopo un breve periodo di apprendistato ad Anzola si affaccia nel basket che conta passando dalla porta principale: alla Virtus Bologna trascorre quasi un ventennio della propria carriera (1982-2000), prima nelle giovanili poi come assistente della prima squadra. A Basket City il suo percorso professionale si intreccia con campioni del calibro di Danilovic, Rigaudeau, Nesterovic e con quello che è oggi considerato all’unanimità il numero uno degli allenatori italiani, Ettore Messina. Da assistente vince uno scudetto ed una Eurolega nella stagione 1997-98. Lasciata la Virtus nel 2000 si afferma nel decennio successivo come uno degli allenatori di spicco in A2, campionato in cui conquista due promozioni con Scafati e Ferrara. Proprio con Ferrara fa il suo esordio in serie A come capo allenatore (2008-09), chiudendo con un decimo posto. Dopo una parentesi da assistente all’Olimpia Milano, nell’operazione ‘Dan Peterson 2.0’, subentra a Sharon Drucker sulla panchina di Montegranaro e raggiunge una salvezza complicata. Nel 2012 è ad Avellino, ma un brutto avvio (2-5) gli costa la panchina dopo appena 7 partite.
All’inizio del 2014 è la Virtus Bologna a richiamarlo, questa volta per affidargli il ruolo di capo allenatore: a fine gennaio rileva Luca Bechi, raggiunge una salvezza cui fa seguito un biennio in chiaroscuro: nel 2015 raggiunge meritatamente i playoff con una squadra che rende al di sopra delle attese, mentre l’anno seguente una stagione nata male (si infortuna Allan Ray e resta fuori per tutta la stagione) finisce nel peggiore dei modi: il rientro di Allan Ray viene atteso (invano) per mesi, e mentre Valli chiede rinforzi la mossa più ‘efficace’ che riesce a mettere in campo la società felsinea è l’elezione di Alberto Bucci a presidente. La retrocessione arriva come una beffa all’ultima giornata, sotto forma di classifica avulsa: ben quattro squadre occupano l’ultima posizione ma è proprio la Virtus l’unica a scendere in A2.
A Forlì Valli troverà una squadra in crisi d’identità e di risultati, per giunta senza un americano. Dando uno sguardo al calendario è chiaro che l’inizio della sua avventura forlivese non sarà tenero ma non ci sono dubbi sul fatto che abbia l’esperienza ed il know how necessari per traghettare la PF verso acque più tranquille. Il passo successivo ed altrettanto importante ora sarà la scelta dei rinforzi, particolarmente complicata in un mercato di riparazione che secondo gli addetti ai lavori sarà fra i più asfittici degli ultimi anni.