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E così, con un ‘uno-due’ potenzialmente devastante, l’Unieuro completa (quasi) il proprio quintetto base. Sì, perché esattamente una settimana fa, nel giro di pochissime ore l’uno dall’altro, la dirigenza biancorossa ha ufficializzato i colpi Kenny Lawson e Daniel Donzelli, elementi di assoluta qualità – con relativi distinguo – che rilanciano pesantemente verso l’alto le ambizioni in casa Unieuro. Con questi innesti, che si vanno ad aggiungere alle precedenti ‘firme’ dei titolari Jacopo Giachetti e Pierpaolo Marini, la squadra di Giorgio Valli è infatti vista da più parti, a ragione, tra le grandi favorite del girone Est. Seppur ancora priva di un elemento cardine dello starting five quale la guardia americana con licenza di uccidere.

Le ragioni per una ‘sparata’ del genere, del resto, ci sono tutte. Partendo proprio dagli ultimi due arrivi in ordine cronologico, di fatti, si può indubbiamente affermare che questi abbiano in parte stravolto l’idea iniziale di squadra (con tanto di sacrificio economico societario, va detto). Già il solo Lawson, ad esempio, è sufficiente per rompere le uova nel paniere a gran parte delle avversarie. Giocatore sopraffino, in grado di fare il buono e il cattivo tempo di par suo, è, ad oggi, il miglior USA del girone (anche se a Cento ci sarebbe un certo James White…), se non dell’intera A2. Pivot atipico – o, per meglio dire, ‘moderno’ – che fa del dinamismo il suo marchio di fabbrica, apre un ventaglio infinito di scelte tattiche allo staff tecnico forlivese. Non stiamo parlando del ‘classico’ lungo inchiodato al pitturato, tutt’altro. L’arma principale del nostro Kenny è infatti una forte tendenza a spostarsi verso il perimetro, quasi fosse un ‘4’ (ruolo che può tranquillamente ricoprire, tra l’altro), aprendo così praterie per i compagni ma anche per armare la propria mano dalla lunga distanza.

Accanto a lui, dunque, agirà Daniel Donzelli, e proprio qui nascono i distinguo di cui sopra. Non tanto a livello individuale, badate bene, perché il classe ’96 ex Brindisi è un elemento di assoluto livello e di potenziale per l’intero movimento cestistico italiano. Quanto più, invece, per le mille ‘intemperie’ fisiche che lo hanno tormentato negli ultimi anni e che negli ultimi due campionati lo hanno costretto ad appena 21 presenze complessive. Se queste ultime lo lasceranno (finalmente) respirare, Forlì con ogni probabilità avrà vinto la propria scommessa, dal momento che il talento del ragazzo è fuori discussione. Non ci sarà però da sorprendersi se, nei primi impegni ufficiali del prossimo ottobre, a partire in quintetto sarà Tommaso Oxilia (attualmente impegnato con la Nazionale U20 agli Europei di Chemnitz), per lasciare tutto il tempo necessario allo stesso Donzelli. Ma anche con Oxilia, poi, “si cade in piedi”.

Giachetti e Marini, infine. I due elementi più ‘stagionati’ del quintetto base, quelli cioè che da più settimane vestono la maglia della Pallacanestro 2.015. Motore della squadra il primo, proveniente da un campionato non certamente dei più brillanti con la maglia di Ravenna, rimane sempre un playmaker ‘top’, sia per esperienza – che mai fa male – che per capacità tecniche. Giocatore dall’innato senso di ‘squadra’, anche e soprattutto per i trascorsi in squadre del calibro di Olimpia Milano, Virtus Roma e Reyer Venezia, sarà ottima guida, in campo e non solo, per i giovani della ‘nuova’ PF2.015. Categoria alla quale appartiene anche lo stesso Pierpaolo Marini, giocatore con tanti punti nelle mani, dal sicuro avvenire, dal quale passeranno gran parte dei giochi dei biancorossi. Stiamo parlando, in fin dei conti, del terzo miglior italiano dell’ultimo girone Est con 14.4 punti a partita, alle spalle di mostri sacri del calibro di Cortese ed Antonutti.

Detto di una panchina che, oltre al già citato Oxilia, può contare anche sui confermati Bonacini e De Laurentiis e sui giovani Michele Tremolada (classe ’99 da Cantù) e Samuel Dilas (’99, ex Novellara, ufficialità prevista per le prossime ore), cosa manca, quindi, a questa Pallacanestro 2.015 da zone alte della classifica? Semplice, soltanto un americano nel ruolo di guardia. Preferibilmente una guardia ‘combo’, che possa contare su un buon ‘ball handling’ per poter garantire un certo minutaggio di qualità anche nel ruolo di playmaker. Insomma, senza troppi giri di parole: un ‘2’ forte, che veda il canestro (e ci mancherebbe altro) e sappia portar palla. Qui il tempo non è però tiranno. Il gm Pasquali non ha fretta, di giocatori stranieri con queste caratteristiche se ne trovano e se ne troveranno anche nelle prossime settimane, e, anzi, con lo scorrere del tempo potrebbero anche venir a galla deliziose occasioni da cogliere al volo. Anche se su Lee Moore, classe ’95 ex Brescia, un ulteriore ‘lusso’ per l’A2, un pensierino è stato fatto…

E le altre?

Anche la stagione 2018/19 sarà ancora una volta, se non addirittura ancora di più, competitiva, complicata e ricca di stelle. Il quartetto di testa, le sole che, sulla carta, precedono Forlì nei pronostici estivi – e quindi giocoforza ‘incompleti’ -, sarà verosimilmente composto da compagini che da svariati anni sono alla ricerca del salto in massima serie (Fortitudo, Treviso, Verona) ed una che, un tassello alla volta, sta cercando di costruire qualcosa di davvero importante, Udine. Queste quattro squadre hanno infatti praticamente già concluso la propria opera di allestimento. Attrezzatissima la Effe (confermati Rosselli, Mancinelli, Cinciarini, Pini, a cui si aggiungono gli arrivi in quintetto di Fantinelli e Hasbrouck; è caccia aperta al lungo USA titolare), non è certo da meno Treviso, che tra permanenze varie (Antonutti per il quintetto, Sabatini, Imbrò, Lombardi per la panchina) e firme di assoluto livello (il forte playmaker Wayns, Alviti e Tessitori, ma anche Tomassini, Uglietti e Chillo) si candida come squadra da battere.

Poco più indietro, ma nemmeno troppo, la Verona degli ex ‘forlivesi’: presi Severini e l’ex Fulgor Libertas Jazzmarr Ferguson, ma anche Candussi, Maspero e Quarisa, gran parte delle fortune della Scaligera passeranno dalle conferme dei vari Amato, Udom e Maganza. Quintetto da ‘brividi’, invece, quello di Udine. Spanghero in regia, Simpson (sbarcato dalla massima serie ungheresi) e Cortese gli esterni, l’ex Montegranaro Powell e Pellegrino a dare man forte sotto le plance. In panchina, tra gli altri, anche la rivelazione imolese Penna.

Non troppo distante dal ‘livello’ forlivese troviamo poi la Piero Manetti Ravenna, unica squadra ad aver già completato il proprio roster. Gli innesti, nelle scorse ore, dei due forti americani Adam Smith e Josh Hairston, ha infatti chiuso il cerchio iniziato con le conferme dei soli Masciadri e Montano, portato poi avanti con gli arrivi, per lo starting five, di Laganà e del classe 2000 virtussino Jurkatamm (scommessona, dalla panchina è però pronto l’ex Brindisi Cardillo). Chiudono il roster l’ex Fortitudo Gandini e gli under Rubbini (ex Lugo) e Seck (tornato a Ravenna dopo la parentesi ad Orzinuovi).

E ancora: Montegranaro col trio Corbett-Valerio Amoroso-Simmons è sicuramente da zona playoff, Mantova ha appena chiuso l’acquisto della forte guardia Warren, la neo-‘orientale’ Cagliari può contare su un poster zeppo di giovani e di talento, la neo-promossa Cento, con Mays, White e l’ex PF Reati, è ben distante dalla lotta per non retrocedere. Senza dimenticare la Ferrara di Mike Hall. Insomma, la concorrenza c’è ed è elevata, ma la Pallacanestro 2.015 ha tutte le carte in regola per un campionato di alta classifica.